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Le fibre Tessili

    Home Area Tecnica Le fibre Tessili
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    fibre tessili

    Le fibre Tessili

    By Fabrizio Fava | Area Tecnica, Merceologia | 0 comment | 11 Gennaio, 2020 | 1

    Per fibra si intende ognuno dei filamenti che, disposti in fasci, danno origine a fili e tessuti, siano essi minerali, artificiali, vegetali o animali. La fibra tessile rappresenta l’unità di materia di tutto il settore tessile. Le caratteristiche di una fibra tessile sono rappresentate dalla flessibilità, dalla finezza e dalla lunghezza in rapporto alla dimensione (relazione lunghezza/diametro: da 500 a 1000 volte).


    1. DEFINIZIONE

    Le prime fibre utilizzate nella storia del settore tessile furono quelle offerte dalla natura stessa. Tuttavia, pur esistendo più di 500 fibre naturali, in realtà sono molto poche quelle che possono essere utilizzate a livello industriale, poiché non tutte le materie possono essere filate e non tutti i filamenti e le fibre organiche si possono lavorare per la trasformazione in tessuti. La natura tessile di una materia deve comprendere le condizioni necessarie di resistenza, elasticità, lunghezza, aspetto, finezza, ecc. Nella loro forma naturale, e con l’unica eccezione della seta, le fibre hanno una lunghezza limitata, che può variare da 1 mm, nel caso dell’amianto, fino a 350 mm in alcune qualità di lane, che vengono denominate fibre discontinue. Chimicamente, si possono produrre fibre di lunghezza indefinita, simili al filo prodotto nel bozzolo del baco da seta e che vengono denominate filamenti: questi filamenti si possono tagliare per far sì che assomiglino alle fibre naturali (fibra tagliata).

    Settori industriali tessili più importanti e loro uso nella confezione

    • Cotoniero: camiceria, jeanseria, fustagni, abbigliamento da bambino, capi estivi in generale.
    • Laniero: filati pettinati o tessuti, cardati o tessuti di lana per la confezione.
    • Serico: seteria per signora, fodere e controfodere.
    • Lavorazione a maglia: capi di abbigliamento, intimi e sportivi.
    • Non tessuti: controfodere e rinforzi.

    A causa della forte richiesta, il consumo mondiale di fibre si è orientato verso quelle chimiche, le quali, essendo atemporali, vale a dire, prodotte continuamente secondo le necessità del mercato, hanno proprietà omogenee, non dipendono dalla crescita naturale della pianta o animale e sono generalmente più economiche.


    2. CLASSIFICAZIONE DELLE FIBRE TESSILI

    Una classificazione iniziale delle fibre tessili si ottiene dividendole in due grandi gruppi: fibre naturali e fibre artificiali. Il primo gruppo è composto da tutte quelle fibre che si trovano in quanto tali allo stato naturale e che hanno bisogno solo di un piccolo adattamento per essere filate e utilizzate come materia tessile. Il secondo gruppo è formato da una grande varietà di fibre che non esistono in natura, ma che sono state prodotte tramite un procedimento industriale.

    Per quanto riguarda le fibre naturali, è necessario creare un’ulteriore suddivisione secondo il regno naturale da cui derivano: animali dal regno animale, vegetali dal regno vegetale, minerali dal regno minerale.

    Le fibre artificiali, invece, ossia quelle ottenute mediante un processo industriale, una parte di loro, quelle più rare e meno abbondanti, sono prodotte mediante processi fisici, i quli conferiscono a una materia la forma di fibra: alcuni esempi sono il vetro, la carta e molti metalli. Un altro grande gruppo è formato dalle fibre prodotte chimicamente, ottenute nell’industria chimica da polimeri naturali o sintetici.

    Il settore tessile non comprende solamente la produzione di tessuti, il modello dei capi e la loro confezione. Una potente ingegneria tessile si occupa della ricerca nel settore tecnologico per perfezionare il filato della fibra, con l’obbiettivo di riuscire ad avere maggior produzione, maggior qualità e costi minori; si occupa inoltre della ricerca sulle materie prime che, essendo abbondanti (come gli idrocarburi), sono soggette a trasformazioni tali da poter ottenere fibre tessili a basso costo e di alta qualità.

    CLASSIFICAZIONE DELLE FIBRE TESSILI
    FIBRE NATURALI ANIMALI da insetti seritteri seta, seta selvatica
    da bulbi piliferi lana, alpaca, baby alpaca, lambswool, angora, bue, cavallo, coniglio castoro, cammello, cachemire, capra, guanaco, lama, lontra, mohair, kid mohair, vicuna, yack
    FIBRE NATURALI VEGETALI dal seme cotone
    dalla corteccia abaca, lino, canapa, juta, ramié
    dalla foglia alfa, alga, ginistra, kenaf, rafia, sisal
    dal frutto cocco, kapok
    altre sparto, banana, dunn, henequen, formio, agave, ananas
    FIBRE NATURALI MINERALI amianto, fibre di vetro, fibre metalliche, fibre di carbonio
    FIBRE CHIMICHE ARTIFICIALI

    (se la materia prima esiste in natura)

    cellulosiche viscosa, acetato, cupro, modal, carta tessile, lyocell, 
    proteiche promix, lanital, ecc.
    FIBRE CHIMICHE SINTETICHE

    (se la materia è un derivato del petrolio o del carbone)

    nylon, teflon, gore-tex, lycra, ecc.

    3. LE FIBRE NATURALI DA ANIMALI

    Le fibre animali da insetti seritteri:

    Seta: è l’unica fibra animale prodotta da un baco serigeno che si nutre di foglie di gelso, il “bombix mori” o da altri bachi cresciuti sugli alberi (seta selvaggia “tussah”). La lavorazione della seta va dall’essiccazione alla trattura, cioè all’ammorbidimento in acqua calda e alla dipanatura. Da un bozzolo si ottengono da 800 a 1000 metri di filamento costituito da due bave a sezione triangolare combacianti. Essendo un filamento continuo molto sottile e lucente è leggera, termoisolante, elastica, flessibile ed è considerata la più fine e morbida tra le fibre naturali. Il filo può essere lungo e ritorto e quindi resistente, mentre la “bourette”, ottenuta dai cascami di seta della pettinatura, ha fibra corta ed è meno resistente. Tra i due filati c’è il tipo “shappe” discontinuo, che offre una buona resistenza.


    Le fibre animali da bulbo pilifero:

    Alpaca: si ottiene dal pelo di un camelide che vive nelle Ande, molto simile al lama, ma più piccolo. La resa media è di 300 grammi di pelo per animale. Il vello all’esterno è grossolano e ruvido, mentre il sottopelo è morbido e lanoso con fibre di 24/25 micron di diametro.

    Baby alpaca: è ottenuta dal pelo dei cuccioli di alpaca ed è particolarmente pregiata per finezza e setosità.

    Angora: deriva dal pelo dei conigli d’Angora (allevati soprattuto in Cina) che sono tosati ogni tre mesi per ottenere circa 300 grammi di fibra. La fibra è lucente, calda e morbida e in genere mescolata alla lana perché delicatissima.

    Cammello: si ricava dal pelo del camelide a due gobbe che vive nei deserti dell’Asia Centrale. Anche in questo caso non è il pelo superficiale a essere tosato, ma il morbidissimo duvet, che ha un diametro medio di 19/20 micron, in genere è rossastro e bruno chiaro e ha grandi proprietà termiche.

    Cashmere: si ottiene per pettinatura del sottovello (o duvet) di capre allevate in Mongolia, Cina e Iran (meno pregiato). Il colore è generalmente bianco, ma vi sono tipi tendenti al bruno, rossiccio e al grigio. Il duvet cinese, forse il più fine, ha un diametro medio di 15 micron ( da 14,5 a 15,5) ed è morbidissimo, soffice e serico. Esiste inoltre il tipo “yangir” che ha il sottovello più fine in assoluto di circa 13/13,5 micron.

    Castoro: da un roditore dei Castoridi dal corpo tozzo e robusto, si ottiene un pelo pregiato utilizzato anche per i feltri.

    Crine: è il pelo della criniera e della coda di vari animali, specialmente del cavallo. E’ usato per imbottiture o in speciali tessiture.

    Guanaco: è un camelide sudamericano che vive allo stato selvaggio. Anticamente era destinato a vestire gli imperatori e i sacerdoti andini. Il mantello è color frumento e, poiché è necessario uccidere l’animale per prelevarlo, già nell’antichitaà vi erano delle limitazioni nella caccia.

    Lama: è un camelide sudamericano domestico dal mantello bianco, marrone bruciato, grigio e nero che all’esterno è folto e ordinario, mentre il sottopelo è lucido e caldo.

    Lana: è la più diffusa fibra animale e si ricava dal vello di varie razze ovine (la più famosa è la pecora “merinos”), allevate in Australia, Nuova Zelanda, Argentina, Sud Africa. Ne esistono molte varietà classificabili in base a finezza, lunghezza, colore, morbidezza e lucentezza. Ogni filo ha anche un titolo che è dato dal rapporto tra lunghezza e peso: più è alto il titolo, più fine è il filato. Grazie alla sua struttura e alla fitta crettatura delle fibre ha doti di igroscopicità (assorbe umidità in peso fino al 18/25%), coibenza (forte protezione termica), elasticità, resistenza all’usura e alla fiamma, ai piegamenti ed è in grado di perdere le antiestetiche pieghe. Dalle acque di lavaggio della lana si ricava la lanolina utilizzata per adesivi, lubrificanti e cosmetici. Marchi: il marchio “Pura Lana Vergine”gestito da Woolmark certifica che i capi sono in 100% lana di tosa e quindi non rigenerata.

    Lambswool: contraddistingue la lana di agnello (tosato quindi intorno ai 4 mesi di vita) più apprezzata rispetto alla lana di pecora per alcune variazioni.

    Lontra: da un mammifero dei Mustelidi si ottiene un pelo folto e morbido.

    Mohair: è la capra d’angora (da Ankara) allevata nel centro dell’Anatolia, ma ora anche in Sud Africa e in Texas, a fornire questa fibra della finezza media di 25 micron. Il tipo più pregiato ha mantello color latte, ma esistono varietà nere, marroni e rosate. Il suo pelame è meno crettato di quello della lana da pecora e quindi è più lucido.

    Kid mohair: si ottiene dai capretti d’angora. La sua fibra è più sottile del mohair, avendo una finezza media di circa 24 micron.

    Vicuna: è un piccolo camelide sudamericano protetto dallo Stato peruviano. E’ grazioso, timido e velocissimo nel saltare. Il suo pelo molto fine (12/14 micron) e morbidissimo, soprattuto quello del collo. Il colore del mantello è quasi uguale in tutti i soggetti ed è color biondo/rossiccio. Si è temuto in passato per la sua estinzione, ora scongiurata da contromisure: viene allevato e pettinato per ottenere il prezioso duvet.

    Yack: è un mammifero dei Bovidi che vive sugli altopiani tibetani ad altitudini tra i 4.000 e i 6.000 metri di altezza. Il pelo è grossolano ed è usato per stuoie e sacchi, mentre con il sotto pelo intorno ai 19 micron, si ottengono tessuti finissimi di colore scuro.


    4. LE FIBRE NATURALI DA VEGETALI

    Le fibre vegetali da seme:

    Cotone: è la fibra vegetale più diffusa al mondo ed è tratta dalla capsula della pianta “Gossypium herbaceum” coltivata in Egitto, Sudan, Perù, in alcune isole tropicali, in California e in Cina. I cotoni si classificano a seconda del titolo, mentre la lunghezza delle fibre ne determina la qualità: più è lunga più il cotone è lucente, resistente e pregiato. Ha un’eccellente igroscopicità e quindi assorbe la traspirazione, buona tenacità, resistenza al calore, ottima adattabilità fisiologica e tingibilità. Poiché la sua resistenza aumenta quando è bagnata, è la più lavabile delle fibre anche ad alte temperature e con detersivi alcalini. Marchi: il marchio “Filoscozia” gestito dal Centro Promozione Filoscozia garantisce la qualità superiore dei cotoni pregiati a fibra lunga egiziani (Makò), pettinati, ritorti e mercerizzati in filo. Il filato ottenuto acquista una brillantezza serica.


    Le fibre vegetali da corteccia (parte legnosa della pianta):

    Abaca: detta anche “canapa di Manila” si ottiene da una pianta tropicale delle Musacee.

    Canapa: è tratta dal fusto della pianta omonima delle Cannabacee. Caratteristica fibra rustica.

    Juta: è ricavata dalle piante delle Tigliacee, utilizzata soprattutto per sacchi.

    Lino: è la più antica e pregiata fibra naturale, tratta dal “libro”, lo strato corticale, del Linum usitatissimum. Proviene dall’unica pianta tessile coltivata anche il Europa e varia a seconda della sua provenienza (Belgio, Russia, Irlanda, Italia). Si ottiene da processi di macerazione della parte fibrosa: dal punto di vista chimico le cellule che compongono le fibre sono sia tenaci che elastiche. Per la sua particolare struttura molecolare ha doti di igroscopicità (assorbendo acqua fino al 12% del suo peso), resistenza all’usura, tenacia, durata, resistenza a lavaggi ad alta temperatura, comfort a contatto sulla pelle per la sua freschezza. Essendo più lucente del cotone, non deve essere mercerizzato. Marchi: il marchio “Master of Linen” del Centro Tutela Lino garantisce la qualità del lino prodotto, filato e tessuto in Europa Occidentale.

    Ramiè: è tratta da una pianta erbacea perenne delle Urticacee.


    Le fibre vegetali da foglia:

    Alfa: si estrae dalle lunghissime foglie di una pianta erbacea delle Graminacee delle regioni subdesertiche del Nord Africa.

    Alga: si estrae dalle foglie delle alghe marine bianche e brune. Oltre all’utilizzo in farma – cosmetica, la pasta viene lavorata per ottenere una fibra dalle proprietà termoregolanti e con vantaggi per il benessere del corpo e della mente.

    Ginestra: è estratta per macerazione dalla pianta omonima delle Leguminose.

    Kenaf o ibisco: si estrae dall’Hibiscus, un genere di Malvacee tropicali.

    Rafia: è fornita dalle foglie giovani di una palma dell’Africa Orientale, la “Raphia ruffa” e la “Raphia peduncolata”.

    Sisal: è ricavata dalle foglie di una varietà di agave.


    Le fibre vegetali da frutto:

    Cocco: si estrae dal mesocarpo del frutto della palma da cocco (noce di cocco) della famiglia delle Palme. Le fibre sono molto robuste.

    Kapok: è la bambagia che riveste internamente la capsula del frutto di varie piante tropicali delle Bombacacee. E’ usato specialmente per imbottiture.


    5. LE FIBRE CHIMICHE SINTETICHE

    Le fibre sintetiche organiche:

    Sono fibre derivate da sostanze organiche di sintesi che vengono polimerizzate ottenendo lunghe catene molecolari, le macromolecole, filabili sotto forma di filo continuo o di fiocco (fibra discontinua). La materia prima delle fibre sintetiche è fornita dalle industrie petrolchimiche. Filo e fiocco sono spesso disponibili già tinti (tinti in massa) dal produttore.

    Acrilica: è una fibra costituita da macromolecole, prevalentemente di acrilonitrile,in genere usata sotto forma di fiocco, ed è disponibile anche in microfibra. E’ leggera, morbida, voluminosa, dalla mano lanosa e calda, irrestringibile, inattaccabile da muffe e microrganismi, con ottima tingibilità e resistenza alla luce solare. Marchi: “Courtelle” e “Amicor” by Acordis; “Drslon” by Bayer; “Leacril”, “Myloss” e “Ricem” by Montefibre.

    Bullet Aramidica: è una fibra di poliammidi aromatiche, disponibile sotto forma di fiocco o di filo continuo. E’ resistente alla fiamma e nel caso del para-aramide (Kevlar) è anche resistente al taglio e all’abrasione. Marchi: “Kevlar” e “Nomex” by DuPont; “Twaron” by Acordis; “Tecnora e Conex” by Teijin.

    Bullet Clorofibra: si ottiene dalla polimerizzazione del cloruro di vinile o del cloruro di vinilidene. Più che idrorepellente, la fibra è insensibile all’acqua mantenendotenacità, elasticità e allungamento sia a secco che a umido. E’ fr (flame retard). Marchi: “Rhovyl” by Rhovyl.

    Bullet Elastan: è una fibra composta da una base di poliuretano segmentato a elevata elasticità mescolato con altre componenti. Non si deforma ed è resistente ai lavaggi. Ha elevata elasticità e allungamento fino 6 volte la lunghezza iniziale e mantiene inalterata nel tempo la sua forza di rientro. E’ resistente agli agenti ossidanti e all’acqua clorata. Può essere usata pura o, più spesso, in mischia con altre fibre conferendo loro elasticità. Marchi:”Lycra” by DuPont; “Dorlastan” by Bayer; “Linel” by Fillattice.

    Bullet Flourofibra: è una fibra ottenuta da derivati flourati. Idrorepellente e termoresistente, è disponibile anche in forma di pellicola (membrana) microporosa per capi impermeabili. Marchi: “Teflon” by Du pont.

    Bullet Gomma sintetica: ha proèrietà elastiche simili alla naturale ed è ottenuta con processi di polimerizzazione a caldo e a freddo in presenza di catalizzatori.

    Bullet Modacrilica: è una fibra ottenuta da macromolecole costituite per almeno il 50% da acrilonitrile, disponibile generalmente in fiocco. Ha una mano morbida, ottima resistenza alla fiamma, tenacità, doti di coibenza termica, stabilità dimensionale, buona tingibilità. Marchi: “Lufnen” by Kanebo; “Kanekaron” by Kanegafuchi.

    Bullet Poliammidica o nylon: è ottenuta da macromolecole contenenti il gruppo ammidico. E’ usata sia in filo continuo che in fiocco. Ha un’elevata resistenza alla rottura, alla deformazione e all’abrasione, è di facile manutenzione (lavaggio, asciugatura, no stiro), ottima tingibilità e ingualcibilità. E’ morbida e leggera. I fili sono prodotti in diverse sezioni per ottenere effetti estetici efunzionali ( ad es. il nylon trilobato è particolarmente brillante). Marchi: “Meryl” e “Meryl Nexten” by Nylstar; “Tactel” by DuPont Nylon; “Ortalion” by Bemberg; “perlon” by Bayer; “DoubleSix” e “Radilon” by Textile Produkte (Radici Group); “Noval” by Rhodia Performance Fibres; “Enka Nylon” by Acordis; “Aqualon” by Aquafil (Bonazzi Group).

    Bullet Poliestere: si ottiene da macromolecole di polietilentereftalato (PET). Esiste anche in versione “flame retard” e come microfibra. Ha elevata resistenza alla rottura, elasticità e ripresa. E’ ingualcibile ed è una “lava indossa” (si lava falcimente, asciuga rapidamente, non occorre stiro). E’ disponibile anche nei tipi modificati a partire da macromolecole di polibutilentereftalato (PTT). I fili sono prodotti in diverse sezioni per ottenere effetti estetici e funzionali diversi. Marchi: “Terital” e “Fidion fr” by Montefibre; “Mirhon”, “Micrhon”, “Silkiss”, “Wolkiss” by Gruppo Miroglio; “Trevira” by Trevira; “Starlight” by Noyfil (Radici Group); “Pontella”, “Comforto”, “Corterra”, “Setila”; “Estrell” by Aquafil (Bonazzi Group); “Filanda”, “Airlain”, “TXT”, “Valtrompia” by Gruppo Sinterama; “Elitè” by Nylstar; “Diolen” by Acordis; “Dracon” by Du Pont; “Polifill”, “Terbond” e “Texbond” by Freudenberg Politex.

    Bullet Polietilenica: a base di polietilene, è usata per l’estrema resistenza alla trazione. Marchi: “Spectra” by Allied; “Dyneema” by DSM.

    Bullet Polipropilenica: è ottenuta da macromolecole di polipropilene isotattico, disponibile come fiocco o come filo continuo. Solida ai colori, leggerissima, ha elevata resistenza meccanica, buona resistenza all’abrasione, non assorbe i liquidi e quindi ha proprietà antimacchi, facilità di manutenzione ed è traspirante. Marchi: “Meraklon” by Meraklon; “Arlene” by Aquafil (Bonazzi Group).

    Le fibre sintetiche inorganiche:

    Acciaio, rame, argento, zinco, titanio, oro: sono filati e usati in mischia con altre fibre per le loro doti di rigidità, preziosità (oro e argento), cromatiche e antistress (acciaio, rame e titanio).

    Bullet Carbonio: le fibre sono ottenute per pirolisi o dell’acrilico pre-ossidato (PAN) oppure di un precursore a base di pece di petrolio. Hanno doti di altissima resistenza e di leggerezza. I fili sono spesso mescolati ad altri (ad es. a poliammide) nell’abbigliamento per ottenere performances “antistress” o effetti di mano. Marchi: “Panox” e “Silgrafilc” by SGLCarbon; “Fortafil” e “Tenax” by Acordis.

    Bullet Ceramica: sono fibre a base di silicio, boro e alluminio modificati. Sono usate per la loro capacita di resistere ad altissime temperature e per la proprietà termoriflettente.

    Bullet Vetro tessile: dalle fibre di vetro si ottengono veri e propri fili di vetro assai flessibili e sottili, continui o corti, di composizione variabile: sono usati in mischia per rinforzare altre fibre.

    Altre fibre chimiche:

    Alcantara: è un marchio della Alcantara che identifica una serie di tessuti realizzati in mischie a base di ultra-microfibre di poliestere/poliuretano.
    Bullet Lurex: è un marchio della “Sildorex”. Un film di poliestere o poliammide è metallizzato con vapori di alluminio o di argento e successivamente tinto per ottenere fili di aspetto metallico.

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    Fabrizio Fava

    Fabrizio Fava, oltre ad essere stilista designer del fashion system con specializzazione nella costruzione del Brand – Marchio, creazione e gestione dell’immagine aziendale e del prodotto, possiede una conoscenza trasversale e polivalente nella costruzione del prodotto moda. Vanta del riconoscimento di tecnico esperto dall’Ente Camerale di Macerata e con equivalenza dal Tribunale dove è iscritto come CTU e dalla Procura della Repubblica di Macerata come Perito. In ambito giudiziario apporta la propria consulenza tecnica legale per le categorie Tessili e Filiere, Abbigliamento in genere, Maglieria, Calzature, Pelletterie, Accessori Moda, Attività di Comunicazione Pubblicitaria e Proprietà Industriale (contraffazioni). Detiene la carica di "Responsabile della Delegazione della Provincia di Macerata” e di “Consigliere Nazionale" per il Collegio dei Periti Italiani. Dal 2021 è direttore tecnico della rivista Tech Art Shoes, della casa editrice Tecniche Nuove Spa di Milano.

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