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Come il CTU determina il proprio compenso

Come il CTU determina il proprio compenso

By Fabrizio Fava | Giurisprudenza | Comments are Closed | 5 Dicembre, 2019 | 2

Come il CTU determina il proprio compenso: un labirinto normativo

La determinazione del compenso spettante al Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) è un processo complesso e spesso fonte di controversie. L’attuale normativa, frammentata e datata, lascia spazio a interpretazioni e a margini di discrezionalità che rendono difficile la definizione di un compenso equo e trasparente. In questo articolo analizzeremo le diverse leggi e articoli che regolano il compenso del CTU, svelando le complessità del sistema e cercando di fornire un quadro chiaro per orientarsi in questo labirinto normativo.

Un sistema normativo obsoleto

La base normativa per la determinazione del compenso del CTU è composta da diverse leggi e decreti, tra cui:

  • Legge n.319 del 8/07/1980 di cui rimane valido solo art. 4, come modificato dall’art. 1 del D.M. 30/05/2002;
  • D.P.R. n.115 del 30/05/2002 “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia” (articoli 49, 50, 51, 52, 53, 54, 55, 56, 71, 168, 170, 275); – § Allegato.pdf
  • D.M. n.182 del 30/05/2002 “Adeguamento dei compensi spettanti ai periti, consulenti tecnici, interpreti e traduttori per le operazioni eseguite su disposizione dell’autorità giudiziaria in materia civile e penale”;
  • Allegato al D.M. n.182 del 30/05/2002 “Tabelle contenenti la misura degli onorari fissi e di quelli variabili dei periti e dei consulenti tecnici, per le operazioni eseguite su disposizione dell’autorità giudiziaria in materia civile e penale”

Nonostante l’introduzione del processo civile telematico, che ha modernizzato alcuni aspetti del sistema giudiziario, i criteri di determinazione della parcella del CTU rimangono obsoleti e inadeguati. La misura del compenso è frutto di una combinazione di fattori incerti, tra cui:

  • Difficoltà nell’individuare la voce di riferimento nelle tabelle: Le tabelle del D.M. 182/2002 non sempre riescono a coprire tutte le prestazioni richieste dai Magistrati, soprattutto quando si tratta di prestazioni accessorie o strumentali.
  • Discrezionalità del Giudice: Il Giudice ha un ampio margine di discrezionalità nella determinazione del compenso, basandosi sulla propria valutazione della complessità e del pregio della prestazione.
  • Tariffa oraria obsoleta: La tariffa oraria prevista dalle tabelle è considerata da molti inadeguata rispetto al ruolo e alle responsabilità del CTU. La legge prevede un aggiornamento triennale della tariffa in base all’indice dei prezzi al consumo (art. 54 del Testo Unico), ma la realtà dimostra che questo meccanismo non riesce a tenere il passo con l’effettivo aumento del costo della vita.
  • Tempi di pagamento dilatati e incertezze: La riscossione del compenso, soprattutto da parte dei privati, è spesso problematica, con tempi di pagamento lunghi e incerti.

Tipi di compenso e metodi di calcolo

Secondo l’art. 49 del D.P.R. 115/2002, il CTU ha diritto a ricevere un compenso composto da:

  • Onorari: determinati in base alle tabelle del D.M. 182/2002 (art. 50 del Testo Unico).
  • Indennità di viaggio e di soggiorno: per coprire le spese sostenute per lo svolgimento dell’incarico.
  • Rimborso spese di viaggio e spese sostenute: per le spese effettivamente documentate.

Le tabelle degli onorari distinguono tra onorari fissi e onorari variabili:

  • Onorari fissi: applicati a prestazioni semplici e standardizzate, come esami medici o diagnostici.
  • Onorari variabili: determinati in base alla complessità della prestazione e al tempo impiegato. Si dividono in onorari variabili a minimo e a massimo (applicabili agli artt. 7, 12, 16, 18, 19 dell’Allegato del D.M. 182/2002) e onorari variabili a percentuale (applicabili agli artt. 3, 11, 15 dell’Allegato).

Per i casi non previsti dalle tabelle, l’art. 1 dell’Allegato al D.M. 30/05/2002 prevede il calcolo del compenso in base al tempo impiegato, secondo il sistema delle vacazioni:

  • Una vacazione corrisponde a due ore di lavoro.
  • Il compenso per la prima vacazione è di € 14,68, mentre quello per le successive è di € 8,15.
  • Il Giudice non può liquidare più di quattro vacazioni al giorno per ciascun incarico.

Conclusioni: Il sistema di determinazione del compenso del CTU è un nodo cruciale del sistema giudiziario. La normativa obsoleta e la mancanza di chiarezza generano incertezze e conflitti. La necessità di una riforma profonda è evidente per rendere il sistema più trasparente, equo e adeguato alle esigenze del CTU e del sistema giudiziario. Per maggiore chiarezza vi proponiamo questo esempio di calcolo.

Attività Durata N° di vacazioni
Giuramento presso il tribunale 1 h e 40’ 1
Primo accesso ai luoghi di causa 2 h e 15’ 1,5
Accesso gli atti in Comune 50’ 0,5
Ritiro documenti in Catasto 20‘ 0,5
Secondo accesso ai luoghi di causa 4 h e 15’ 2,5
N° 15 sessioni di 8 h per redazione perizia 120 h 60
Deposito perizia 35’ 0,5
Totale vacazioni: 65,5

TOTALE = € 14,68 x 1 vacazione + € 8,15 x 64,5 vacazioni = € 530,35 oltre accessori di legge e spese sostenute per portare a compimento l’incarico.

calcolo spese ctu

Tools per Onorari Fissi o Variabili

Per calcolare la parcella in base alle vacazioni è necessario compilare i campi della prima sezione denominata ‘ONORARI a VACAZIONI’ e lasciare vuoto l’articolo nella sezione degli ‘onorari tabellari’.

Per le prestazioni che rientrano negli articoli del DM 182/2002 basta compilare la sezione ‘ONORARI TABELLARI’ lasciando vuota quella delle vacazioni. Gli onorari tabellari sono anche detti “onorari fissi o variabili”. L’applicativo calcolerà la parcella in base agli onorari tabellari secondo le normativa vigente: nel caso di onorari fissi viene applicato un valore secco (minimo, medio o massimo) mentre, nel caso di onorari variabili, l’importo totale si determina calcolando le percentuali sul valore della perizia in base agli scaglioni definiti dalle tabelle ministeriali.

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Fabrizio Fava

Fabrizio Fava è uno stilista designer esperto nella costruzione del brand, nella creazione e gestione dell'immagine aziendale e del prodotto, con una profonda conoscenza trasversale del settore moda, riconosciuto come tecnico esperto dalla Camera di Commercio di Macerata e iscritto al Tribunale come CTU e alla Procura della Repubblica di Macerata come Perito, offrendo consulenza tecnica legale in ambito tessile, abbigliamento, maglieria, calzature, pelletteria, accessori moda, comunicazione pubblicitaria e proprietà industriale, contrastando le contraffazioni. Responsabile della Delegazione di Macerata e Consigliere Nazionale del Collegio dei Periti Italiani, è anche giornalista pubblicista, collaborando con diverse testate ed avendo diretto una rivista di settore a Milano.

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