Quando una semplice lavorazione diventa un contenzioso
Anche gli scarti e sfridi in stamperia tessile può interrompere i rapporti di collaborazione se mal interpretati. È quello che è successo tra committente e un terzista. Tutto parte da una fornitura di tessuti tecnici destinati a un processo di stampa digitale. Il rapporto tra committente e terzista è rodato, ma qualcosa va storto: alla riconsegna, mancano metri lineari rispetto alla quantità inizialmente fornita. Da un presunto ammanco nasce una richiesta economica importante. Ma è davvero un danno? O si tratta di un calo tecnico legittimo e inevitabile?
Solo la perizia può dirlo.
Una perdita invisibile può costarti più di quanto credi
Basta un margine di taglio, una vaporizzazione eccessiva o una cucitura fuori battuta per trasformare una normale lavorazione conto terzi in un contenzioso legale. Quando il materiale ha valore commerciale rilevante, ogni metro lineare pesa. La tracciabilità, la documentazione e la prova tecnica diventano essenziali.
Nel caso affrontato recentemente come ausiliario tecnico in ambito giudiziario, la questione non era semplicemente la scomparsa di materiale. Si trattava di valutare se la quantità restituita al committente fosse tecnicamente congrua con i processi industriali utilizzati.
Il contesto: stampa su tessuti tecnici e contestazione su quantitativi
Un’azienda della filiera moda fornisce oltre 1.800 metri di tessuto tecnico per una lavorazione in stampa digitale. Alla restituzione, riceve circa 1.650 metri, suddivisi tra pezze finite e materiali parzialmente recuperati. Ritenendo eccessiva la differenza, il committente promuove un decreto ingiuntivo chiedendo oltre 61.000 euro. Il fornitore si oppone.
Il nodo del contendere? Il riconoscimento (o meno) del calo fisiologico di lavorazione. In assenza di una perizia tecnica, tutto rimane sul piano delle ipotesi.
L’intervento tecnico: la fisiologia degli sfridi
Nel corso dell’analisi tecnica, sono stati mappati con precisione tutti i passaggi produttivi:
- cucitura iniziale delle pezze
- tensionamento e pretrattamento
- stampa inkjet
- vaporizzazione per il fissaggio dei pigmenti
- lavaggio e rameuse
Ogni fase prevede una perdita di metratura, dovuta ad esigenze operative e parametri di processo. Nella relazione tecnica è stato documentato che, in base alla letteratura tecnica e agli standard di settore, è fisiologica una perdita totale tra il 5% e l’8% rispetto alla fornitura iniziale.
Sono stati adottati riferimenti normativi UNI ISO 6330 per valutare il restringimento tessile, nonché le linee guida OEKO-TEX® STeP in materia di sostenibilità e controllo di processo.
Il dato finale? I metri restituiti erano coerenti con i valori attesi in base al tipo di fibra, all’umidità ambientale e al comportamento meccanico del tessuto sottoposto a stampa e trattamenti.
Perché anche lo scarto va periziato
Senza una perizia tecnica:
- un calo regolare può sembrare una perdita ingiustificata
- il giudice non ha parametri per valutare la congruità della lavorazione
- il rapporto commerciale rischia una rottura definitiva
Con una perizia:
- si ricostruisce la dinamica oggettiva della produzione
- si applicano standard e coefficienti riconosciuti a livello industriale
- si distingue chiaramente tra sfrido tecnico e danno risarcibile
La valutazione ha tenuto conto anche delle tolleranze di lavorazione, dei limiti ISO 7211 per variazioni dimensionali e delle certificazioni documentate lungo tutta la filiera produttiva.
Anche il silenzio del materiale parla, se lo sai ascoltare
Nella moda e nella manifattura su misura, ogni errore percepito può diventare un conflitto, anche se nessuno ha sbagliato. Una buona perizia è l’unico modo per separare l’oggettivo dal soggettivo.
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