Un mondo parallelo Inverso
Ciò che il futuro ha riservato all’uomo rimarrà per noi un’incognita …
C’era una volta in un mondo antecedente e parallelo, l’uomo che viveva in territori urbani che per spostarsi, da un posto all’altro, utilizzava mezzi inquinanti invece di un trasporto virtuale. La vita sociale avveniva in presenza ed era importante salutarsi con una stretta di mano invece di un semplice like. L’amicizia tra persone poteva essere affermata solo dopo un periodo di conoscenza diretta, invece di dichiararla immediatamente tramite l’invito ricevuto da un pulsante. Era costretto, per ragioni ancora inspiegabili, ad incontrarsi in presenza con i propri simili, sia per produrre manufatti o servizi in strutture materiali chiamate aziende o per acquistare beni di necessità in siti denominati centri commerciali. Gli alimenti, così come l’abbigliamento provenivano dalle risorse naturali della terra, anche se in parte realizzati e trattati meccanicamente e con l’aggiunta di additivi chimici. Soprattutto il settore tessile era caratterizzato dall’uso di materie prime derivanti da origine animale oltre che da vegetali. Solo in tempi più moderni, ha utilizzato materiali tecnici sintetici polimerizzati artificialmente, ma l’uso delle plastiche, senza una direttiva iniziale di sensibilizzazione verso l’ambiente, procurò disastri ambientali difficilmente riparabili. L’uso dei prodotti tessili, oltre all’esigenza primaria di protezione climatica, era diventata una prerogativa dettata da un termine chiamato “moda”, che invogliava il consumatore nell’acquisto compulsivo del prodotto con un meccanismo di accumulare beni su beni o di usa e getta, senza pensare al riciclo sostenibile. Per la maggior parte, gli acquisti dei prodotti tessili avvenivano passando da una struttura in essere, denominata “boutique, store, negozi o outlet”, all’altra, senza usare il mouse come avviene invece in un portale marketplace. Prima di acquistarli, questi beni potevano essere provati e indossati nei camerini invece di utilizzare dispositivi AR (realtà aumentata). I nuovi outfit stagionali venivano poi riposti nelle abitazioni in contenitori chiamati armadi, a volte impilati l’uno sull’altro, dove per necessità bisognava effettuare manualmente il cambio di stagione con il variare delle temperature; su questo metodo non c’è stato mai fornito il perché non veniva usato un server armadio “Cloud Robe” dove il capo tessile catalogato virtualmente poteva essere utilizzato e riposto nel recipiente con un semplice clic. Metodi contraddittori tra le abitudini e le nuove tecnologie e innovazioni che erano già presenti in questo mondo parallelo, ma l’uomo non ne fece mai uso pienamente. Un po’ nostalgico e un po’ dubbioso non si proiettava appieno verso ciò che non era tangibile. Anche l’avvento della realtà virtuale (denominata Metaverso) è stata applicata con un primo accesso per contattarci, ma trovandosi di fronte ad una irrealtà e/o realtà impersonale e sistematica, non ebbe seguito. Persi i contatti virtuali, nient’altro è possibile illustrare, ma essendo una storia fantasiosa e l’uomo dotato di resilienza …ci sarà stato sicuramente un lieto fine.