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Esportare tessili in Cina – Standard GB 18401

    Home NEWS Norme & Leggi Esportare tessili in Cina – Standard GB 18401

    Esportare tessili in Cina – Standard GB 18401

    By Fabrizio Fava | Norme & Leggi | Comments are Closed | 23 Aprile, 2015 | 0

    Esportare tessili in Cina – Standard GB 18401

    Quali Standard servono per esportare tessili in Cina? La normativa chiave è lo Standard obbligatorio GB 18401‑2010, in vigore dal 1° agosto 2012, e recentemente confermato come unico riferimento valido per la sicurezza dei tessili importati o prodotti. Anche al 2025 è rimasto invariato come standard nazionale valido, senza revisioni ufficiali dopo il 2010, ma vediamo le nozioni in dettaglio.

    Lo Standard GB 18401‑2010 rimane il punto di riferimento normativo

    Lo Standard GB 18401‑2010, noto come National General Safety Technical Code for Textile Products, è stato adottato ufficialmente dalla Standardization Administration of China (SAC) il 14 gennaio 2011 e applicato dal 1° agosto 2012. Al 2025, non sono state emanate revisioni formali, ma è in corso una consultazione tecnica portata avanti dalle istituzioni cinesi per possibili aggiornamenti su parametri come pH, color fastness e ammine aromatiche. I dibattiti tecnici si sono concentrati su 284 osservazioni raccolte nel corso di un confronto tra enti di standardizzazione, industria tessile e laboratori accreditati, come riportato dalla filiale del Fibers Inspection Authority nel settembre 2024.

    Lo standard rimane l’unico regolamento nazionale obbligatorio per prodotti tessili diretti al consumatore in Cina, incluse importazioni. Ogni produttore o importatore deve garantire la conformità tecnica alle disposizioni applicando metodi di prova standardizzati e usando laboratori accreditati a livello CNAS o CMA.

    Categorie prodotti e limiti tecnici

    Lo standard classifica i tessili in 3 categorie in base al contatto dermatologico:

    • Categoria A: tessili per bambini fino a 36 mesi (es. body, cuffiette, biancheria). Richiede i limiti più stringenti su formaldeide (≤20 mg/kg), pH (4,0–7,5) e color fastness (acqua, sudore acido/alcalino, saliva ≥3‑4). Le ammine azoiche cancerogene sono tutte vietate.consultia.it+4TÜV SÜD+4lartessile.it+4jjrlab.com+7qima.vn+7eurofins.com+7

    • Categoria B: articoli con contatto diretto con la pelle (ad es. magliette, calze, pigiami). L’impiego dei tessuti richiede valori formale di formaldeide ≤75 mg/kg, pH 4,0–8,5, color fastness ≥3. Idem divieto totale di ammine azoiche.eurofins.comTÜV SÜD

    • Categoria C: prodotti senza contatto diretto (tende, soprammobili tessili, giacche imbottite). Formaldeide ≤300 mg/kg, pH massimo 9,0, color fastness ≥3. Azo-dye banditi come per gli altri livelli.TÜV SÜD+2qima.vn+2consultia.it+2

    Sono ammesse esenzioni: tessuti non finiti, prodotti artigianali tradizionali hand-dyed (batik, tinture a riserva) o tessuti industriali non destinati al contatto umano diretto.chinesestandard.netlartessile.it


    Metodi di prova e controllo di conformità

    Ogni prodotto ricade sotto un regime di controllo e test obbligatori prima dell’importazione:

    • Formaldeide: misurata secondo GB/T 2912.1

    • pH: valutato secondo GB/T 7573

    • Solidità colore: test su acqua (GB/T 5713), sudore acido e alcalino (GB/T 3922), strofinamento asciutto (GB/T 3920), saliva (GB/T 18886) per la categoria A.eurofins.com+3lartessile.it+3intertek-cdn.s3.amazonaws.com+3TÜV SÜD+3chinesestandard.net+3qima.vn+3

    • Aminen aromatiche decomponibili: limiti ≤20 mg/kg secondo GB/T 17592.1, con divieto totale dei composti cancerogeni indicati in appendice C.intertek-cdn.s3.amazonaws.com+2qima.vn+2chinesestandard.net+2

    • Odore e residui chimici: valutati secondo clausola 6.7 dello standard.

    Il campionamento avviene per lotto, con estrazione casuale e confezionamento ermetico del campione da analizzare. Se risulta conforme, l’intero lotto è considerato regolare.lartessile.it+1consultia.it+1


    Etichettatura obbligatoria secondo GB 18401

    L’etichetta permanente, in cinese, deve contenere:

    • nome e indirizzo del produttore/importatore;

    • paese d’origine;

    • classificazione tecnica del prodotto (A/B/C);

    • composizione fibre (GB/T 29862);

    • istruzioni di cura secondo GB/T 5296.4;

    • standard applicato e grado di qualità, ove richiesto.eurofins.com+13qima.vn+13intertek-cdn.s3.amazonaws.com+13jjrlab.com+4intertek.com.hk+4intertek-cdn.s3.amazonaws.com+4

    I tessili infantili devono riportare “Infant Product” sul packaging. L’etichettatura può essere su hang tag, etichetta cucita o stampata, ma deve essere permanente e non rimovibile facilmente.Intertek+1jjrlab.com+1


    Nuovi sviluppi normativi al 2025

    La revisione prevista del GB 18401 è ancora in fase di consultazione tecnica, con focus su:

    • inasprimento dei parametri di pH e color fastness,

    • maggiore restrizione su odore e sostanze irritanti,

    • possibili aggiornamenti sugli allergeni e residui di coloranti azoici potenzialmente cancerogeni.intertek-cdn.s3.amazonaws.com+14scjgj.sc.gov.cn+14consultia.it+14jjrlab.com+3eurofins.com+3std.samr.gov.cn+3

    Nel frattempo, i controlli da parte dell’AQSIQ sono diventati più frequenti e sistematici, includendo non solo importazioni ma anche campionamenti presso punti vendita e canali di distribuzione. La documentazione deve pertanto essere pronta e conforme, pena sequestri, multe fino a tre volte il valore della merce e revoca delle licenze commerciali.jjrlab.comeurofins.com


    Azioni operative consigliate per l’export

    Per operare con successo nel mercato cinese secondo GB 18401 è necessario:

    • determinare correttamente la categoria del prodotto (A, B o C);

    • eseguire test attraverso laboratori CNAS/CMA riconosciuti (es. TÜV SÜD, SGS, Intertek), con poteri legali in Cina;

    • predisporre etichettatura in lingua cinese conforme a GB/T 5296.4 e altri regolamenti minori;

    • conservare tutta la documentazione tecnica e analitica per audit, inclusi certificati, report e etichette;

    • collaborare con importatori e partner cinesi esperti nelle procedure AQSIQ e audit normativi.

    Quali sono i prodotti obbligatoriamente soggetti al GB 18401?

    Tutti i prodotti tessili destinati al consumo in Cina devono essere conformi allo standard GB 18401, a prescindere che siano di origine locale o importata. Questo include abbigliamento, biancheria, intimo, tessuti per bambini, ma anche accessori in tessuto o pelli accoppiate. L’obbligo vale sia per la vendita al dettaglio che per l’uso come semilavorato all’interno di un ciclo produttivo. Alcune eccezioni sono previste, come prodotti industriali, imballaggi o tessuti medicali non a contatto diretto con la pelle, ma devono comunque essere documentate e dimostrabili.

     

    Cosa succede se i prodotti non sono conformi?

    La mancata conformità allo standard può comportare l’immediato respingimento doganale, il ritiro dal mercato cinese, la confisca dei prodotti, multe fino a tre volte il valore della merce, la perdita delle licenze commerciali e l’esclusione da fiere o canali e-commerce cinesi. L’AQSIQ effettua controlli casuali e sistematici anche su prodotti già distribuiti. È essenziale disporre di test aggiornati eseguiti presso laboratori riconosciuti (CMA o CNAS) e conservare la documentazione di supporto.

     

    I test italiani sono validi per dimostrare la conformità?

    Solo se i laboratori italiani sono accreditati a livello CNAS o dispongono di partnership riconosciute in Cina. Alcuni centri come TÜV SÜD, SGS, Eurofins e Intertek offrono test GB 18401 anche in Italia, ma devono essere formalmente riconosciuti dal sistema normativo cinese. Un certificato ISO/IEC 17025 non è sufficiente: è necessario verificare l’effettiva validità agli occhi delle autorità doganali e dei buyer locali.

     

    Come va impostata l’etichettatura per la Cina?

    L’etichetta deve essere redatta in cinese semplificato, riportare in modo permanente e indelebile le informazioni obbligatorie: composizione delle fibre secondo GB/T 29862, paese di origine, istruzioni di lavaggio (GB/T 5296.4), nome dell’importatore o produttore, e categoria di sicurezza (A, B o C). Per i prodotti destinati ai bambini fino a 36 mesi, deve essere indicato esplicitamente che si tratta di un “Infant Product”. Etichette provvisorie o non tradotte non sono accettate.

     

    Posso usare lo stesso certificato per più prodotti o spedizioni?

    No. Il test GB 18401 deve essere eseguito su ogni lotto di produzione destinato all’export, in quanto i requisiti sono riferiti alla singola spedizione e ai materiali effettivamente usati. Anche piccole variazioni nella composizione, nel tipo di colorante o nella finitura richiedono nuovi test. Inoltre, la validità del certificato è limitata nel tempo e nei riferimenti del lotto: riutilizzare vecchi report può comportare il blocco della dogana o la revoca delle autorizzazioni.

     

    Cosa succede in caso di reclami da parte di clienti cinesi?

    Se un prodotto causa irritazioni, allergie o problemi documentati, le autorità cinesi possono richiedere prove di conformità retroattive, avviare un audit sull’importatore o sul brand, e in casi estremi coinvolgere i tribunali commerciali locali. Per questo motivo è consigliabile conservare per almeno 3–5 anni i rapporti di prova, le etichette campione, le certificazioni e le comunicazioni doganali.

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    Fabrizio Fava

    Fabrizio Fava è uno stilista designer esperto nella costruzione del brand, nella creazione e gestione dell'immagine aziendale e del prodotto, con una profonda conoscenza trasversale del settore moda, riconosciuto come tecnico esperto dalla Camera di Commercio di Macerata e iscritto al Tribunale come CTU e alla Procura della Repubblica di Macerata come Perito, offrendo consulenza tecnica legale in ambito tessile, abbigliamento, maglieria, calzature, pelletteria, accessori moda, comunicazione pubblicitaria e proprietà industriale, contrastando le contraffazioni. Responsabile della Delegazione di Macerata e Consigliere Nazionale del Collegio dei Periti Italiani, è anche giornalista pubblicista, collaborando con diverse testate ed avendo diretto una rivista di settore a Milano.

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