L’attuale tecnica di conciatura non è sostanzialmente diversa da quella che per millenni l’uomo ha applicato alle pelli per renderle indossabili. Quelli che si sono enormemente arricchiti sono i metodi di produzione, da artigianali a industriali, unendo, prima macchine complesse nei sistemi di trattamento della pelle e dopo, aggiungendo tutti i progressi provenienti dalla chimica moderna, e infine, l’automazione e l’informatizzazione delle successive fasi di questo trattamento, dall’entrata in conceria della materia prima fino all’uscita del prodotto trasformato verso l’industria della confezione.
Il processo di lavorazione della concia è lungo e articolato e si compone di diverse fasi, che variano a seconda del prodotto finale che si intende produrre. In ogni caso, grande importanza riveste la fese della rifinizione delle pelli, ovvero l’insieme delle operazioni effettuate sulla pelle asciutta e fondamentali per determinare, danneggiare o esaltare le caratteristiche estetiche e quelle tecniche della concia, quali la resistenza all’usura, il colore desiderato, l’effetto moda voluto, l’effetto scivolante o frenante, la sensazione evocata al tatto.
La rifinizione della concia può essere di vari tipi. Le tecniche più importanti sono quattro: la rifinizione a spruzzo, la rifinizione a velo, la rifinizione a tampone, la rifinizione a rullo.
La rifinizione a spruzzo è la tecnica più utilizzata nell’industria della concia per la sua duttilità. Permette, infatti, di definire molte importanti caratteristiche della pelle: può ridurre o eliminare l’effetto frenante al tatto, può rendere i pellami anti-appiccicanti e antitrasudanti, può rendere la pelle impermeabilizzata, può fissarla o può ammorbidirla e può anche aggiungere l’effetto cerato. La rifinizione a spruzzo è effettuata impiegando macchinari composti da grandi cabine nelle quali sono inserite le pelli e in cui vi sono delle pistole che, grazie a movimenti circolatori ad alta velocità, spruzzano finissime goccioline sulla superfice della pelle capaci di modificarne il colore e il carattere.
La rifinizione a velo, nota come velatura, è utilizzata per produrre pelli verniciate, grazie a un macchinario dotato di un tappeto sotto il quale sono fatte scivolare le pelli e di una testa che fa colare sui pellami un velo liquido che tinge la pelle in modo uniforme.
La rifinizione a tampone è forse il più antico metodo di lavorazione, che ha origini antichissime e che ancora oggi spesso è realizzata artigianalmente. Su di un panca, solitamente in truciolato, è stesa la pelle che viene poi tamponata con l’ausilio di una spugna tampone che, strofinata ripetutamente, tinge la pelle conferendole l’effetto moda ricercato desiderato.
La rifinizione a rullo, nota anche come spalmatura, è un metodo di rifinizione impiegato per conferire alla pelle una trama particolare (ad esempio, pitonata, fiorata, leopardata). E’ una tecnica molto amata e impiegata sia perché permette di liberare la fantasia e la creatività sia perché consente di recuperare quelle pelli che non conquisterebbero lo sguardo. Grazie all’ausilio di un apposito macchinario, sulla pelle viene applicata una carta adesiva sulla quale è riportato il disegno desiderato, quello che sarà impresso sulla superficie della pelle.
A livello tecnico si è soliti distinguere la rifinizione meccanica della pelle dalla rifinizione chimica. La rifinizione meccanica può essere realizzata per lucidatura (che rende la pelle lucida), per stiratura o per placcatura (che rende la pelle liscia e piatta), per pressatura (che incide sulla pelle un disegno), per bottalatura (che rende evidente l’effetto fiorato della pelle9, per palissonatura (per ammorbidire la pelle), per inchiodatura (per distendere la pelle), per smerigliatura, che rende possibili diversi effetti.
La rifinizione chimica, invece, è un processo che consiste nel ricoprire la superficie della pelle con un film di materiale, sintetico oppure naturale, contenente coloranti, opacizzanti, lucidanti e altri ausiliari con cui imprimere alla pelle l’effetto voluto. Il film può essere applicato alla pelle con l’ausilio di adesivi, a spruzzo, con rulli, con la velatrice oppure tramite la tecnica della rifinizione transfer.
Il tipo di rifinizioni oggi più impiegate sono quelle che combinano tecniche meccaniche e tecniche chimiche perché capaci di conferire alla pelle l’effetto desiderato sia a livello estetico sia a livello funzionale, consentendo una grande varietà di utilizzi e permettendo di dare libero sfogo alla fantasia e alla creatività degli stilisti.
1. Scuoiamento e Primi Trattamenti
Dopo che l’animale è stato macellato, si procede allo scuoiamento. Questa operazione, realizzata da mani abili di professionisti, consiste letteralmente nel separare lo strato pelle, popolarmente chiamata anche pellame, dal corpo dell’animale. Nel bestiame bovino, equino e ovino, la pelle è spessa, forte e ben diversa dei muscoli e delle altre parti esterne del corpo, e in questi casi la pelle si stacca facilmente tirandola o con l’aiuto della mano dell’operaio. Solo nelle estremità e articolazioni la pelle presenta più resistenza nella separazione e richiede l’aiuto di utensili. Una cura elementare consiste evitando di produrre tagli o strappi della pelle, ma, quando la dimensione dell’animale rimpiccolisce, come nell’agnello, la volpe, il coniglio, la martora, il cincillà, il visone, ecc., la pelle risulta meno spessa, meno resistente e più delicata, richiedendo pertanto un maggior riguardo. Se si tratta inoltre di pelli costose, destinate all’alta pelletteria, sono di estrema necessità le precauzioni nello scuoiamento per non causare nessuna rottura o strappo. Nel caso del bestiame suino, per esempio, la pelle ha maggiore aderenza di materia estranea, come grasso, lardo o carne. In ogni caso la pelle uscirà dalla scuoiatura con aderenze che vanno eliminate immediatamente.
Poiché le pelli non si utilizzano immediatamente dopo lo scuoiamento, è essenziale applicare loro un trattamento di conservazione, per eliminare il processo naturale di decomposizione e mantenerle nella miglior condizione fino alla manipolazione in conceria.
Esposta ai microbi e alla temperatura ambiente, il deterioramento della pelle può avvenire in poco tempo riducendo la qualità, anche prima di notare i più chiari segnali di putrefazione, sebbene, come si è detto, la pelle è un tessuto vivo e deve essere stabilizzato appena separato dalla bestia, per il trasporto e l’introduzione nel mercato di cuoi. La qualità del cuoio, il suo valore e profitto dipendono molto da queste prime cure iniziando dallo scuoiamento.
Liberata la pelle in un’unica pezza, viene trasferita in una centrale di asciugatura, che può essere annessa alla fabbrica conciaria o a un altro transito. In ogni caso la pelle deve ricevere un immediato trattamento di conservazione o stagionatura, con le operazioni di asciugatura e salatura, che precedono la conceria stessa.
- La pelle si asciuga mediante flussi d’aria costanti, con temperature e grado di umidità controllate.
- La salatura produce la guarigione della pelle, impedendo l’inizio di qualsiasi processo di putrefazione.
- Le pelli liberate da un grado di umidità sufficiente, alleggerite di peso, distese e salate, si accatastano una sopra l’altra e si impacchettano in fagotti per traslocarle alle concerie.
La conservazione consiste essenzialmente in un processo di disidratazione parziale della pelle e l’impregnazione nel sale comune o con altri prodotti.
I trattamenti di conservazione più opportuni dipendono dai diversi fattori propri dell’origine delle pelli e dalla localizzazione dei mattatoi.
Particolarmente influenti sono le condizioni climatiche, ma anche i prodotti per la conservazione variano nel prezzo da una zona geografica all’altra: ovviamente il tipo di pelle da conservare è il principio predominante del metodo.
Come in tutti i processi di magazzinaggio, le condizioni elementari di pulizia, temperatura e umidità sono molto importanti.
Dallo scuoiamento, le pelli devono essere depositate subito in contenitori adeguati per evitare che si macchiano con il sangue e lo sterco del suolo del recinto, dove avviene il sacrificio della bestia. Nel reparto di conservazione vanno stese sopra una superficie piana con il lato carne verso l’alto, per l’operazione di ritaglio, l’eliminazione dell’eccesso di carne e grasso, la separazione delle orecchie, il muso, le zampe e la parte della coda con pelo lungo.
Le pelli non vanno mai sovrapposte prima di aver perso la temperatura della bestia da viva. Questo primo raffreddamento è essenziale poiché la pelle può deteriorarsi in poche ore. Le pelli ritagliate si classificano in vari tipi, come buoi, mucche, tori, in piccoli o grandi, con o senza marchi, ecc. In seguito si contano e pesano, e questo peso si riconosce come peso sangue e si marchia con dei tagli sulla coda dell’animale.
Come regola generale ogni tipo di pelle può essere sottoposta al processo di concia per trasformala in un conciato. Possono provenire da qualsiasi parte del mondo ed essere elaborate a mille chilometri dalle loro origini, ma devono essere conservate con cura in modo da poterle trasformare alla fine in conciato.
2. Processo di salatura
Il sale sulla pelle, prima della sua asciugatura, aiuta a ridurre l’azione batteriologica durante l’asciugatura e facilita il suo successivo ammollo.
Si applica il sale sul lato della carne e produce la disidratazione parziale della pelle in modo naturale. Questo sale agisce, inoltre, come un batteriostatico e riduce l’azione batteriologica. Se la temperatura ambiente è inferiore ai 22 gradi centigradi, l’azione del sale è già sufficiente per stabilizzare la pelle. Il deposito più prolungato e il trasporto devono avvenire in container refrigerati intorno ai 12 gradi centigradi e sufficientemente ventilati.
A volte si aggiungono battericidi chimici ma non è frequente.
Il sale comune, in quantità e condizioni adeguate, è efficace come agente di conservazione per evitare la decomposizione della pelle.
La pelle in salamoia perde rapidamente umidità in modo graduale.
In condizioni ambientali normali, dopo circa 30 giorni, le pelli raggiungono il grado di umidità adatto e con un peso notevolmente diminuito. Si procede allora a smontare le cataste, togliere l’eccesso di sale e imballarle, per il trasporto o deposito più prolungato. È consigliato collocare illato carne verso l’esterno del pacco per evitare che durante il trasporto si danneggi il lato fiore.
2.1 Difetti delle pelli salate
Esistono batteri capaci di svilupparsi in presenza del sale e che possono attaccare le pelli salate.
2.2 Surriscaldamento
Una pelle surriscaldata si riconosce facilmente per l’afflosciamento del pelo, dovuto alla putrefazione dell’epidermide, che può staccarsi facilmente per un piccolo sforzo di trazione o per l’odore ammoniacale proveniente da un’avanzata degradazione della proteina. Questo difetto si deve a un aumento di temperatura delle cataste di pelli salate e trattate con salamoia quando si è prodotto da un grande incremento batterico. Se si nota questo difetto durante la conservazione è consigliabile formare una nuova catasta per disperdere il calore e risalare di nuovo le pelli.
2.3 Impurità del sale
Nel lato carne delle pelli salate, talvolta sono visibili macchie rosse e viola, che indicano l’inizio di una cattiva conservazione.
Le macchie a leopardo di color giallastro si presentano al tatto come un indurimento del tessuto fibroso e si trovano in parte incrostate nella pelle, comparendo nel lato carne, fiore e all’interno della pelle. Le macchie di sale si formano per reazione ai prodotti di degradazione batterica della pelle con le impurità che contiene il sale comune, provocando le abituali incrostazioni.
L’attacco batterico della pelle durante il periodo di conservazione si manifesta nel cuoio finito con una separazione del fiore e perché i cuoi restano vuoti.
Per il conciatore non tutti i difetti del cuoio salato hanno la stessa importanza, le colorazioni rosse scompaiono quasi completamente durante l’ammollo e non sono mai visibili dopo la depilazione. Le macchie viola scompaiono totalmente o in modo parziale durante la concia. Le macchie di sale sul lato fiore, così come i segni di surriscaldamento, continuano a vedersi nelle pelli finite.
3. Processo di asciugatura
Il metodo di conservazione per asciugatura si pratica in quei paesi in cui il sale è troppo costoso o nel caso in cui le bestie si macellano molto lontano dai mercati di consumo e devono spedire le pelli a lunghe distanze.
Questo metodo così naturale di conservazione è efficace ed economico. Diminuendo l’umidità, il possibile batterio attaccante trova la pelle indigesta. Tale processo deve iniziare con la massima rapidità considerando le norme di sicurezza. L’esposizione diretta al sole e alle alte temperature possono provocare danni idrotermici nella pelle, inutilizzandola per la sua elaborazione. L’asciugatura deve essere eseguita all’ombra e con buona ventilazione.
L’asciugatura di una pelle fresca in un ambiente asciutto è più rapida con maggiore circolazione d’aria. Il metodo migliore è disporre le pelli all’ombra e all’aria aperta, con circolazione d’aria sia sul lato carne che sul lato fiore, ottenendo un’asciugatura rapida.
Se le condizioni climatiche sono sfavorevoli per l’asciugatura e la temperatura è molto elevata, le pelli umide possono raggiungere la temperatura di contrazione della pelle. Si ottengono allora pelli asciutte ma la loro resistenza meccanica sarà diminuita notevolmente.
4. Processo di riviera
Il lavoro di riviera è un insieme di azioni meccaniche e processi chimici che eliminano dalla pelle tutto il superfluo per l’ottenimento del cuoio confezionabile, preparando la struttura fibrosa della pelle fino alla conciatura vera e propria.
Si chiamano tradizionalmente lavori di riviera per la grande quantità di acqua che viene utilizzata.
4.1 Ammollo
Lo scopo dell’ammollo è di restituire alla pelle la sua condizione originale per la successiva elaborazione.
È un procedimento che comporta la reidratazione delle pelli asciugate e l’eliminazione del sale. Si può effettuare utilizzando solo acqua o aggiungendo piccole quantità di detersivi, alcali, enzimi, che accelerano il processo, e battericidi per ridurre il rischio batteriologico.
4.2 Imbiancatura
Nella maggioranza dei conciati si elimina il pelo o la lana durante l’imbiancatura.
In origine si utilizzava solo la calce, tuttavia l’aggiunta di solfuro sodico accelera il processo. Si possono utilizzare altri metodi, includendo l’uso di enzimi e l’azione batteriologica controllata, mediante il processo di traspirazione.
Per conservare il pelo o la lana, questo processo va eliminato.
Una volta che il pelo si allenta, si può rimuovere meccanicamente o, nel caso della lana, manualmente. Se il pelo non è di valore può essere ridotto a polpa e formare parte dei residui della conciatura. L’imbiancatura realizza la funzione secondaria di aprire la struttura fibrosa e alterare parzialmente la materia interfibrillare, che non viene conciata. Questa, se non viene eliminata, può produrre un conciato sottile e resistente o incartapecorito.
Un processo di scollatura, in genere usando cloruro ammonico o solfato ammonico, riduce l’alcalinità, per ottenere dalle pelli una condizione adatta nella quale gli enzimi possano completare la degradazione delle sostanze non conciabili.
4.3 Decapaggio
Il decapaggio è un trattamento di acido solforico diluito e miscelato con sale.
Agisce come conservante, perciò molte pelli provenienti dalla Nuova Zelanda e Australia sono trattate con questo metodo prima di essere esportate per la loro trasformazione in conciato.
5. Processo di Concia
La concia trasforma la pelle in una materia durevole e utile.
Sono stati scoperti oggetti conciati che si sono conservati per più di 400 anni sommersi nel mare, come nel caso del brigantino naufragato Mary Rose, o seppelliti per migliaia di anni, come i sandali scoperti nei siti archeologici dell’Impero Romano o dell’Antico Egitto. Nelle concie primitive si utilizzavano estratti vegetali di foglie o corteccia, ma è ancora più antica la concia basata sfregando la pelle con il grasso animale.
La concia primaria per la confezione è a base di solfato di cromo semplice, il quale fornisce una pelle color verde pastello o azzurrato e con resistenza al calore, che permette l’applicazione di controfodere e la stiratura a caldo. Il conciato è leggero, con struttura poco aperta e facile da tingere con qualsiasi colore moda.
6. Processo di Riconcia
Questo processo modifica le caratteristiche della concia tradizionale.
In questo modo, la riconcia al vegetale fornisce alla pelle maggiore pienezza e migliori peculiarità di scamosciato. Il glutaraldeide rende alla pelle una maggiore morbidezza e la possibilità di lavarla in acqua. L’alluminio e lo zirconio forniscono una base di colore più bianco da utilizzare con i toni pastello. I tannini sintetici modificano anche il tatto e il colore per usi specifici.
7. Processo di Ingrasso a umido
Sulla pelle riconciata si aggiungono oli emulsionati per ottenere il grado richiesto di morbidezza e caduta. Va evitato un ingrasso eccessivo, in quanto rende un conciato piuttosto pesante e con un tatto freddo. L’emulsionante si fissa chimicamente sulla pelle, mentre l’olio di solito si rimuove durante il lavaggio a secco e in seguito deve essere sostituito.
8. Processo di Tintura
In origine la concia si realizzava con tannini vegetali che conferivano il color marrone del conciato tradizionale.
La tintura delle pelli è un procedimento della lavorazione conciaria che costituisce un vero punto di intersezione tra tecnica, stile e sostenibilità. Da un lato il colore definitivo, così come i riflessi e le sfumature, si ottengono sottoponendo la pelle a diversi trattamenti. Dall’altro, la scelta delle tinte non è mai casuale, ma risponde a precise esigenze, mood e tendenze nel mondo della moda.
Durante la fase di lavorazione umida della pelle avviene la prima stesura di colore. Dopo la concia e la riconcia, indispensabili per rendere la pelle igienica e resistente, si procede con la tintura in botte per determinare la colorazione di fondo. Dentro i bottali, le pelli vengono immerse in soluzioni acquose ad alta temperatura con coloranti idrosolubili: questa prima operazione “grezza” permette al colore di essere assorbito in ogni strato del materiale in modo uniforme. In particolare, la riconcia, la tintura, e la successiva fase di ingrasso costituiscono una solida base per ottenere un articolo finale di qualità.
Dopodiché, nella fase di rifinizione della pelle, cioè la lavorazione “asciutta”, si vanno a delineare con maggiore precisione le caratteristiche definitive del prodotto, quelle che più di tutte la renderanno pregiata e apprezzata. Tra queste, l’aspetto generale, la consistenza, il “calore” al tatto, la morbidezza, la luminosità, e ovviamente il colore definitivo, con tutti i riflessi e le sfumature desiderate. Talvolta, il procedimento si completa con l’aggiunta di lavorazioni particolari sulla superficie per ottenere un effetto glitter, lucido, scamosciato o finalizzato a mettere in risalto la grana della pelle.
A fronte di alcuni colori intramontabili, ogni anno la palette delle si arricchisce di novità. La scelta dei colori per la tintura delle pelli attinge ai quaderni internazionali delle tendenze che definiscono il mood da un anno all’altro. Partendo da questi spunti di base e di atmosfera, la conceria lavora anche per ottenere una cartella colore personalizzata, che sia in linea con lo spirito della maison e delle collezioni proposte, orientate soprattutto al classico e al fashion.
8. Processo di Finitura
Generalmente, per finitura s’intende l’applicazione sul fiore di uno o più strati di prodotti di finitura.
La sua funzione sussiste nel modificare il colore e fornire una superficie protettiva con un tatto piacevole e morbido.
Il tatto naturale di un conciato senza finitura è il più ambito e si ottiene abbinandolo afiniture semplici o cerose, mediate l’applicazione di uno strato leggero e di un po’ di sostegno, ma allo stesso tempo aumentando il tatto naturale della superficie.
Nelle pelli aniline, tinte solamente con coloranti solubili), il colore è condizionato dal substrato tinto, ma una finitura di caseina o resina migliora la resistenza all’acqua e alle macchie prodotte dalla stessa, con un effetto minimo al tatto. Queste finiture rischiano di essere eliminate durante il lavaggio a secco e, in questo caso, devono essere sostituite da esperti del settore.
La pigmentazione completa copre bene le piccole imperfezioni del fiore, conferisce ottima resistenza all’acqua e alle macchie, infine facilita l’impregnamento delle pezze. Inoltre, deve essere resistente allo sfregamento secco e umido e alla rottura a temperature normali o basse, stabilita con la prova della rottura a freddo. Il tatto è meno naturale, ma con adeguate modifiche si ottengono risultati ottimi con un notevole miglioramento.
8.1 Effetti moda
Poiché la pelle è stata trasformata in un materiale alla moda, il conciatore è costretto fornire una vasta gamma di effetti.
Napalan
È una finitura che si applica sul lato camoscio dando una sensazione simile alla pelle finita dal lato fiore.
8.2 Conciati stampati
I risultati che si ottengono sono quasi infiniti, limitati unicamente dall’immaginazione del conciatore. Possono essere abbinamenti di colore sugli scamosciati, stampati accostando il lato fiore e scamosciato, ecc.
8.3 Disegni incisi o raschiati
Incidendo un conciato, certe zone emergono mentre altre restano pressate. Si può uguagliare la superficie raschiando i punti alti. Il disegno si accentua per la differenza di livello tra la superficie e le fibre adiacenti al fiore.
Può essere invertito il rilievo se viene ribagnato il conciato. Le zone incise e raschiate affondano sulla superficie simulando il tipico disegno del ramarro.
Realizzando qualsiasi effetto moda, è molto importante considerare la manutenzione durante il suo tempo utile. Può essere deludente se un effetto non è resistente al lavaggio a secco o ad altri trattamenti di conservazione.
Se si utilizza una combinazione di pelli diverse, è importante tener presente che, mentre un trattamento di riparazione può essere applicato a un capo confezionato con un solo tipo di pelle, può non essere adatto per un altro confezionato con un abbinamento di scamosciato e nappa. I disegni stampati possono sbiadire in buona parte con l’utilizzo e nel lavaggio a secco.
9. Principali difetti nelle pelli dal lato fiore
Riferendosi alle pelli che si utilizzano dal lato fiore coperto da uno strato di finitura, questo può presentare alcuni difetti, sia dovuti alla pelle stessa, prodotti durante la lavorazione o applicando gli strati di finitura.
È ovvio che questi difetti vanno evitati e per questo è necessario conoscerli. Il fabbricante deve prevenirli e il confezionista riconoscerli per valutare e, nel caso fosse necessario, rifiutare le pezze di pelle che sta comprando.
9.1 Difetti nel conciato causati dalla pelle
- La separazione del fiore
La qualità estetica del cuoio dipende in parte dal modo in cui la sua superficie forma grinze quando viene piegato con il lato fiore verso l’interno. Questa proprietà è riconosciuta dal conciatore come caratteristica del fiore.
Il comportamento del fiore è collegato alla compattezza del tessuto fibroso del cuoio e nel modo in cui lo strato del fiore resta unito a quello inferiore del derma profondo. Se esistono rotture di unione tra i due strati, ognuno di loro è libero di muoversi quando viene piegato il cuoio e forma pieghe molto grosse, difetto che si chiama separazione del fiore.
Le pelli di agnello con lana sono molto sensibili alla separazione del fiore, in quanto il tessuto fibroso tra lo strato del fiore e il derma profondo si interrompe spesso per la crescita compatta delle fibre di lana, ghiandole sudorifere e sebacee. Poiché la quantità di grasso può cambiare notevolmente secondo la razza, l’alimentazione e il tempo del macello, anche il cuoio varia in base all’intensità della separazione del fiore.
Durante il processo di produzione, le pelli si classificano in modo tale che la selezione per l’abbigliamento abbia una minima separazione del fiore e le pelli che hanno separazione sono considerate inferiori.
L’azione meccanica sulla pelle può rompere la connessione tra i due strati ed è necessario aver cura durante il lavaggio a secco per evitare un’eccessiva azione del cestello durante l’asciugatura e successivo calore per evaporare il solvente, poiché questa azione può causare separazione del fiore. - Vene
Si presentano come piccole linee ondulate sulla superficie della finitura e corrispondono ai vasi sanguigni della pelle. Questi difetti sono particolarmente evidenti durante la stiratura, poiché essendo un condotto vuoto hanno una compattezza diversa dal resto della pelle. - Corrugamenti
In alcuni tipi di pelle di agnello, come il merino, si osserva la crescita nel lato fiore di alcune pieghe marcate per poter accomodare la crescita della gran quantità di lana. Queste grinze partono dalla spina dorsale alla schiena e si conoscono con il nome di corrugamenti. È un difetto che diminuisce la qualità del cuoio finito in quanto diventa difficile nasconderlo e quasi sempre è marcato sulla superficie. Nella confezione dei capi è preferibile tagliare pezzi vicini e collocarli in parti visibili del capo come se si trattasse di un disegno caratteristico. Per riuscirci i lati sinistro e destro devono essere accoppiati bene e collocare in modo simmetrico la direzione di tali grinze. - Cicatrici, tagli e fori
Le cicatrici derivano da ferite causate durante la vita dell’animale, che si sono cicatrizzate prima della sua morte. Il nuovo tessuto è più denso e diverso da quelli vicini. Se la finitura non è molto coprente restano evidenti.
I tagli e fori derivano dallo scuoiamento delle pelli oppure si verificano durante la produzione. Naturalmente non deteriora la qualità della pelle, ma riduce la superficie di taglio in maggior o minor misura. - Butterato di lana
Si presenta come piccole aperture sul lato fiore, le quali si attribuiscono alla putrefazione che avviene intorno alla radice della lana, eliminando parte della pelle e lasciando il poro più grande in queste zone. Normalmente si presenta in aree abbastanza localizzate, sebbene possa estendersi anche su tutta la pelle.
9.2 Difetti causati dagli strati di finitura
- Imperfetta aderenza della finitura
In alcuni casi, e per lo più provocati da difetti nel processo di produzione, gli strati di finitura non aderiscono bene al lato fiore, con il rischio che durante l’uso si scolli lo strato di finitura. Questo difetto si può controllare attaccando una piccola striscia metallica alla finitura della pelle e stabilendo il carico necessario per strappare la finitura. - Rottura della finitura per tensione
Se le resine applicate sugli strati di finitura sono eccessivamente dure, possono risultare meno flessibili della pelle stessa, e in questo caso tirando la pelle la finitura si rompe. Per riconoscere l’entità di questo difetto, che si manifesta maggiormente nelle zone molli della pelle, si può sottoporre una striscia di pelle per testare la rottura del fiore. - Scarsa resistenza al graffio
Questa prova consiste nel passare un oggetto smussato, per esempio una moneta, sulla pelle appoggiata su un tavolo e osservare se si verificano rotture della finitura. - Scarsa resistenza allo sfregamento secco o umido
Questo tipo di finitura applicata alla pelle può presentare una scarsa robustezza alla prova dello sfregamento secco o umido, che è attribuito al tipo e quantità del legante nella finitura del cuoio.
10. Principali difetti nelle pelli dal lato carne
Quando compaiono difetti nelle pelli che si utilizzano dal lato carne tinto e scamosciato, di norma i più importanti sono quelli della pelle prima del conciato, mentre altri meno accentuati possono essere causati durante la produzione, specialmente nei processi di tintura e/o finitura.
- Cicatrici, foruncoli, tagli
Questi tipici difetti della pelle di solito non si tingono né vengono scamosciati con successo. Ciò si deve perché in queste zone la struttura della pelle è diversa da quella normale. Non si possono evitare questi difetti se non scartandola. - Fibre senza tintura
Quando le tinture sono molto superficiali può capitare che smerigliando o scamosciando la pelle, oppure successivamente ammorbidendole nel cestello rimangano sulla superficie esterna alcune fibre non tinte, che riducono la qualità dell’articolo. Questo difetto non si presenta nei prodotti in cui la tintura è penetrata a sufficienza o totalmente. - Fibre troppo lunghe o corte
Negli articoli di qualità è richiesto che lo scamosciato risulti uniforme dal groppone fino allo scalfo. Nonostante ciò, a causa delle differenze di struttura, il groppone è più compatto dello scalfo e di solito dà uno scamosciato più corto, mentre lo scalfo, essendo più molle, lo fornisce più lungo. Per ottenere il camoscio più uniforme va modificato il processo di fabbricazione, nonostante sia un problema difficile da risolvere. - Tonalità diverse dal groppone ai fianchi
È un difetto conseguente delle differenze di strutture nel groppone e lo scalfo, che può essere dovuto dal colorante o dai grassi utilizzati per ammorbidire il cuoio, i quali si assorbono in maggior quantità nella zona molle dello scalfo che nella zona compatta del groppone. Questo provoca piccole differenze di tonalità su entrambe le parti che vanno valutate quando si tagliano le varie parti della pelle. - Poca solidità allo sfregamento secco o umido e alla luce
Questo difetto può presentarsi per non aver spolverato bene le pelli, caso i cui si può eliminare facilmente togliendo la polvere trattenuta dalla pelle. Altre volte è dovuto all’uso di coloranti con poca solidità allo sfregamento, caso difficile da risolvere, nonostante si può mettere uno strato di resina e pompare di nuovo il cuoio in modo che gli scamosciati non rimangano attaccati. Con questo trattamento si produce un oscuramento nella tonalità del cuoio. La scarsa solidità alla luce è causata dal processo di produzione o dal colorante utilizzato nella tintura. - Vene
Si presentano come piccole linee ondulate sulla superficie scamosciata e quando nello smerigliato sono state tagliate a metà le vene dell’animale.
Quando si taglia una pezza di camoscio con la presenza di vene, va utilizzata nelle parti meno visibili.
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