Industria calzaturiera Unione Europea: numeri e struttura
L’Industria calzaturiera Unione Europea è parte dell’ecosistema TCLF e unisce manifattura, materiali e design. A livello UE il settore impiega centinaia di migliaia di addetti e decine di migliaia di imprese; i dati più recenti pubblicati dalla Confederazione Europea della Calzatura (CEC) fotografano un comparto con forte orientamento a qualità, sicurezza e durabilità, dalla prototipazione fino ai test di prodotto.
Addetti, imprese e specializzazioni (TCLF)
I cluster europei sono specializzati per materiale e fase di processo: pelle e cuoio, tessili tecnici, suole in gomma/TPU, tomaificio/orlatura, stampi e montaggio. Programmi europei (TCLF Pact for Skills, guide di ecodesign per footwear) puntano sull’aggiornamento di competenze e sull’innovazione di processo.
Industria calzaturiera Unione Europea: export, mercati e prezzo medio
L’UE esporta prevalentemente calzature medio-alto di gamma e importa grandi volumi a prezzo medio basso. L’analisi business è svolta attraverso la piattaforma Eurostat/Comext filtrando la voce HS64 (CN) per Paese, categoria e periodo, la quale ne monitora il valore, quantità, prezzo medio/paio e i saldi commerciali. Questi dataset sono aggiornati e ideali per definire mix prodotto–mercato e strategie export.
Come leggere i dataset Eurostat/Comext HS64
Estrarre serie mensili/trimestrali per destinazione e categoria, poi confrontare prezzo medio/paio con i costi industriali per individuare spazio di margine e rischi di mix. Gli indicatori più utili: prezzo/paio, quota extra-UE, volatilità per Paese, rotazione di famiglie prodotto.
Industria calzaturiera Unione Europea: norme chiave
Tre pilastri guidano conformità e competitività: etichettatura, sostanze e sicurezza prodotto.
Etichettatura materiali (Direttiva 94/11/CE)
Obbligo di indicare i materiali delle componenti principali (tomaia, fodera/soletta interna, suola) con pittogrammi/testi armonizzati; in Italia la direttiva è recepita con il D.M. 11/04/1996 (aggiornato). È la base per una comunicazione chiara al consumatore e controllabile dagli organi di vigilanza.
REACH/Allegato XVII per articoli e materiali
Il REACH limita o vieta sostanze in miscele e articoli: per le calzature toccano spesso coloranti azoici che rilasciano ammine aromatiche, NPEO/APEO residui nei tessili lavabili, DMF negli articoli, oltre a nuove voci in arrivo. L’overview ufficiale dell’Allegato XVII è disponibile sul portale ECHA.
Sicurezza prodotti (GPSR 2023/988)
Dal 13 dicembre 2024 il GPSR è applicabile: rafforza tracciabilità, gestione richiami, obblighi per marketplace e comunicazioni ai consumatori. È orizzontale e complementare a REACH: pretende processi interni di sorveglianza e risposta più strutturati lungo la filiera.
Industria calzaturiera Unione Europea: sostenibilità, ESPR e Passaporto Digitale
Il Regolamento (UE) 2024/1781 – ESPR ha introdotto l’ecodesign “orizzontale”: per tessili e calzature arriveranno atti specifici su durabilità, riparabilità, contenuto riciclato, sostanze problematiche e Passaporto Digitale di Prodotto (DPP). In pratica, conviene iniziare a strutturare dataset di prodotto (materiali, componenti, finissaggi chimici, istruzioni di cura e riparazione) per alimentare il DPP. La Commissione e fonti istituzionali offrono overview e documenti di lavoro utili.
Dati minimi da preparare per il DPP
Composizione e origine dei materiali/componenti, presenza di sostanze soggette a restrizioni, durabilità/riparabilità (componenti sostituibili, accesso ai pezzi), istruzioni d’uso e manutenzione estese.
Industria calzaturiera Unione Europea: PFAS e finissaggi idro/oleorepellenti
I trattamenti idro/oleorepellenti su tomaie tessili e pelli possono coinvolgere PFAS. Nel 2025 ECHA ha aggiornato il percorso della proposta di restrizione PFAS (in valutazione RAC/SEAC) che potrà portare transizioni ed esenzioni per usi essenziali; è prudente mappare fin da ora portafogli chimici e alternative per applicazioni di barriera.
Industria calzaturiera Unione Europea: strategie 2025 (nearshoring, valore, automazione)
Il mix competitivo UE si muove su tre direttrici: nearshoring nei distretti ad alta specializzazione, upmarket su qualità e durata (con storytelling di filiera europea) e automazione dei reparti a maggior costo (taglio/orlatura/montaggio). La letteratura settoriale 2024–2025 segnala un contesto macro sfidante con ricadute su produzione ed export, da compensare con efficienza e posizionamento di valore.
Il “Made in Italy”: Valorizzare la Qualità e l’Eccellenza
La tutela della trasparenza contribuisce anche a tutelare il “Made in Italy”, valorizzando la qualità e l’eccellenza dei prodotti italiani. L’utilizzo di materiali di alta qualità e la produzione rispettosa degli standard internazionali contribuiscono a costruire un’immagine di affidabilità e di prestigio per il Made in Italy. Così come anche il D.Lgs. 190/2017 rappresenta un passo significativo verso un mercato più trasparente e consapevole, garantendo al consumatore il diritto di conoscere la composizione dei prodotti e valorizzando al contempo il “Made in Italy”.
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FAQ
L’etichettatura dei materiali delle calzature è obbligatoria in UE?
Sì: la Direttiva 94/11/CE impone pittogrammi/testi per tomaia, fodera/soletta e suola; in Italia è recepita dal D.M. 11/04/1996.
Quali dataset ufficiali uso per l’export?
I Comext Eurostat su HS64 offrono serie aggiornate per valore, quantità, prezzo medio/paio, Paese e periodo: ottimi per monitorare mix e margini.
Che cosa cambia con ESPR e DPP?
Arriveranno atti specifici per calzature: serviranno dati strutturati su materiali, riparabilità, sostanze e istruzioni d’uso; iniziare ora la raccolta dati riduce costi di adeguamento.
GPSR impatta anche le calzature?
Sì, il GPSR è orizzontale per i prodotti di consumo: introduce obblighi su tracciabilità, richiami e informazioni online, con applicazione dal 13/12/2024.







