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Sostanze chimiche nel settore tessile

Sostanze chimiche nel settore tessile

By Fabrizio Fava | Certificazioni & Qualità Tessile | Comments are Closed | 8 Marzo, 2020 | 2

La sostenibilità non riguarda solo i materiali o il packaging: oggi più che mai, un brand di moda deve dimostrare attenzione anche all’uso responsabile delle sostanze chimiche nel settore tessile e pelletteria lungo l’intera filiera produttiva, in quanto le sostanze chimiche sostenibili sono un obbligo cogente. La conformità chimica è diventata un requisito chiave per operare sul mercato globale, specialmente per chi punta a un posizionamento alto o vuole lavorare con partner internazionali.

Secondo le più recenti direttive internazionali, tra cui le Linee Guida eco-tossicologiche della Camera Nazionale della Moda Italiana e l’iniziativa ZDHC (Zero Discharge of Hazardous Chemicals) (zdhc.org), ogni attore della filiera è responsabile del monitoraggio e della riduzione delle sostanze chimiche pericolose, dalla concia al finissaggio.

Le fibre tessili (naturali e non) sono l’elemento che accomuna un’industria molto composita per tecnologie di processo impiegate e per mercati di sbocco. La diffusione dell’industria tessile interessa il territorio nazionale nel suo complesso, sebbene vada segnalata la presenza di vere e proprie concentrazioni territoriali delle industrie del settore in alcuni distretti, tra cui Biella, Carpi (MO), Castel Goffredo (MN), Como, Prato, Vicenza, caratterizzati da forti sinergie inter-aziendali. La produzione risulta organizzata prevalentemente in imprese di dimensione piccola e media.

L’uso delle sostanze chimiche nel settore tessile

La varietà, il colore e la consistenza dei tessuti dipendono dai processi di fabbricazione, dai materiali e dalle sostanze chimiche utilizzate. Durante il processo di fabbricazione, i prodotti tessili possono essere sottoposti a una serie di trattamenti chimici e non chimici, tra cui preparazione e pretrattamento, tintura, stampa e raffinamento dei tessuti. Nella maggior parte dei casi si utilizzano miscele di sostanze per conferire al prodotto una determinata caratteristica: ad esempio, per dare ai vestiti colori specifici, per renderli idrorepellenti o ancora per garantire che i vestiti non si sgualciscano o ammuffiscano durante i periodi di trasporto. Le modalità di utilizzo delle sostanze nelle filiere produttive possono essere diverse in base alle quantità di sostanze chimiche impiegate, alla potenziale pericolosità delle stesse, alle macchine utilizzate e ai cicli di lavorazione praticati. Per ridurre il rischio per il consumatore, oltre che per i lavoratori esposti e per l’ambiente, è necessario definire le procedure e le condizioni di utilizzo delle sostanze nelle diverse fasi di lavorazione. Molti produttori del settore tessile stanno riducendo il numero di sostanze chimiche utilizzate nei loro prodotti, scegliendo soluzioni in linea con la politica di sostituzione e innovazione indicata dalle norme europee. Questo mercato di eccellenza, non solo per la creatività della Moda italiana, ma anche per i prodotti di alta qualità in termini di materie prime e sicurezza, può favorire un effetto virtuoso anche nei Paesi extra europei: ad esempio alcuni Paesi asiatici hanno adottato sistemi regolatori simili al Regolamento REACH.

Riduzione delle sostanze chimiche pericolose

L’Unione europea in continuo aggiornamento aveva regolamentato le sostanze chimiche attraverso il Regolamento (CE) n. 1907/2006, “Regolamento REACH” (acronimo di Registration, Evaluation, Authorisation and restriction of CHemicals). Con questo regolamento il rischio associato all’uso di sostanze chimiche pericolose viene controllato attraverso alcuni strumenti come le restrizioni, che impongono obblighi relativi al contenuto di sostanze chimiche pericolose negli articoli, sia per i prodotti fabbricati nell’UE sia per i prodotti importati e le autorizzazioni.

Nel 2025 la conformità chimica dei prodotti tessili è divenuto un requisito competitivo e regolatorio. Oltre alle restrizioni REACH già note, sono entrate o stanno entrando misure su formaldeide da articoli, PFAS, microplastiche e un nuovo quadro “di prodotto” (ESPR) che introduce il Passaporto Digitale. A valle, la GPSR riforma la sicurezza dei prodotti e la gestione dei richiami.

Sostanze chimiche nel settore tessile: perché oggi contano di più

Filiera, brand e retailer devono presidiare due fronti: (1) formulazioni e processi a monte (tintoria/finissaggi) e (2) requisiti sugli articoli finiti. Il mix normativo UE impone limiti specifici per alcune famiglie (es. azoici, NPEO, DMF) e introduce regole orizzontali su tracciabilità, sicurezza e dati.

Sostanze chimiche nel settore tessile: cosa prevede il REACH (Allegato XVII)

Il cuore delle restrizioni è l’Allegato XVII del REACH, che limita o vieta sostanze in miscele e articoli per il tessile.

Azoici e ammine aromatiche (voce 43)

I coloranti azoici che possono rilasciare amine aromatiche elencate in Appendice 8 sono vietati in articoli tessili e pelle destinati a contatto prolungato con la pelle; sono armonizzati anche i metodi di prova.

NPEO/APEO 0,01% nei capi lavabili (dal 2021)

Dal 3 febbraio 2021 è vietata l’immissione sul mercato di articoli tessili lavabili in acqua con NPEO ≥ 0,01% in peso (100 mg/kg) sul capo o su ciascuna parte del capo. Questo limite riguarda la presenza residua nell’articolo.

DMF 0,1 mg/kg negli articoli (voce 61)

Il dimetilfumarato (DMF) non può essere presente negli articoli o parti di articolo sopra 0,1 mg/kg; la restrizione copre prodotti finiti importati e immessi in UE. echa.europa.eu+1

Sostanze chimiche nel settore tessile: formaldeide da articoli (voce 77)

Con il Reg. (UE) 2023/1464 è stata introdotta la voce 77 che limita la formaldeide rilasciata dagli articoli; la norma è pubblicata in G.U. del 17 luglio 2023 con decorrenze differenziate (per diversi settori i termini operativi arrivano fino al 2026). Molti operatori tessili stanno già allineando limiti e test in via prudenziale.

Sostanze chimiche nel settore tessile: PFAS tra POPs e futura restrizione ampia

Nel Regolamento POPs (2019/1021) l’UE ha inserito PFHxS e correlati con limiti di traccia negli articoli: 0,025 mg/kg per PFHxS (sali) e 1 mg/kg per composti correlati. In parallelo è in corso la proposta di restrizione ampia REACH sui PFAS (dossier presentato da 5 autorità UE), in valutazione RAC/SEAC con aggiornamenti nel 2025: impatti attesi su trattamenti idro/oleorepellenti e barriera con possibili esenzioni e transizioni.

Sostanze chimiche nel settore tessile: microplastiche intenzionalmente aggiunte

La restrizione (UE) 2023/2055 riguarda microparticelle polimeriche sintetiche intenzionalmente aggiunte a miscele/prodotti: gli articoli non sono nel campo diretto, ma alcune paste, adesivi, glitter usati in stampa/finissaggio possono ricadere nel perimetro. Le scadenze sono progressive (prime tra 2025–2027 a seconda delle categorie).

Sostanze chimiche nel settore tessile: nuove regole di prodotto (ESPR/DPP) e sicurezza (GPSR)

L’ESPR – Reg. (UE) 2024/1781 (in vigore dal 18 luglio 2024) estende l’ecodesign a prodotti non-energivori: per i tessili arriveranno atti specifici su durabilità, riparabilità, contenuto riciclato, sostanze problematiche e Passaporto Digitale di Prodotto (DPP), che richiederà dati tecnici e di filiera anche su sostanze e finissaggi. Dal 13 dicembre 2024 si applica inoltre la GPSR – Reg. (UE) 2023/988, che rafforza tracciabilità, gestione richiami e obblighi informativi online per i prodotti di consumo.

Sostanze chimiche nel settore tessile: standard di filiera (ZDHC) e test

Per prevenire non conformità a monte, la ZDHC MRSL elenca le sostanze vietate per uso intenzionale nei processi (tintoria, stampa, finissaggi) e definisce la conformance dei prodotti chimici; linee guida specifiche coprono anche i coloranti azoici a rischio rilascio di ammine. Integrare MRSL + test di prodotto è la prassi più solida.

Checklist operativa 2025 per brand e PMI tessili

  • Mappatura sostanze/processi: verifica azoici/amine (voce 43), NPEO 0,01%, DMF 0,1 mg/kg, formaldeide – voce 77, PFHxS/POPs; aggiorna SDS e CoA.

  • Conformità fornitori: richiedi conformance MRSL (ZDHC) e audit mirati sui processi “umidi”.

  • Test di prodotto: definisci schema di prova su articoli a contatto pelle e categorie a maggior rischio; armonizza metodi (azoici) e limiti interni.

  • Dati per DPP: struttura composizione, finissaggi, sostanze e care in un data model riusabile per il Passaporto Digitale.

  • Sicurezza & richiami: aggiorna procedure GPSR (tracciabilità operatori, informative, recall).

Perché è importante una consulenza tecnica specializzata

Navigare tra regolamenti, test chimici, dichiarazioni e certificazioni può essere complesso. Ecco perché molte aziende si affidano a un consulente tecnico esperto in conformità chimica, che può:

  • analizzare e verificare le dichiarazioni di conformità e le schede di sicurezza dei fornitori
  • suggerire test analitici da laboratori accreditati ISO/IEC 17025
  • definire un piano di conformità chimica per MRSL/RSL
  • supportare il brand in caso di audit da parte di clienti o enti certificatori
  • redigere documenti tecnici per uso legale o commerciale

Oltre all’aspetto tecnico, un consulente può fare da ponte tra produzione, ufficio qualità e fornitori internazionali, parlando il linguaggio corretto e riducendo il rischio di errori o inadempienze.​

Verifica se la tua produzione è a norma

Vuoi aggiornare la conformità chimica della tua collezione e preparare i dati per il DPP? Progetto un piano REACH/ESPR su misura: audit MRSL, profilo test, matrice rischi e schede DPP pronte per ERP/PLM. Affidarsi a esperti del settore consente di ottenere una valutazione accurata e di esplorare se la tua produzione è a norma è essenziale.​ Per ulteriori informazioni e per richiedere una consulenza personalizzata, visita la nostra pagina dedicata all’Area di Consulenza Peritale.

FAQ in sintesi

I trattamenti idrorepellenti PFAS sono già vietati nei capi?

Alcuni PFAS sono già limitati come POPs (es. PFHxS con limiti di traccia negli articoli); la restrizione ampia PFAS è in iter REACH con possibili esenzioni e periodi transitori. Pianifica alternative e verifica la conformità di finissaggi e fornitori.

La restrizione sulle microplastiche si applica direttamente ai capi tessili?

La norma copre microparticelle polimeriche intenzionalmente aggiunte a miscele/prodotti: gli articoli non rientrano direttamente, ma paste/adesivi/glitter per stampe potrebbero essere interessati. Valuta sostituzioni e tempistiche.

Che cosa cambia con l’ESPR e il Passaporto Digitale?

Per i tessili arriveranno atti specifici con requisiti su durabilità, riparabilità, sostanze e DPP; conviene iniziare ora a raccogliere dati di composizione/finissaggi e istruzioni d’uso per alimentare il passaporto.

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Fabrizio Fava

Fabrizio Fava è uno stilista designer esperto nella costruzione del brand, nella creazione e gestione dell'immagine aziendale e del prodotto, con una profonda conoscenza trasversale del settore moda, riconosciuto come tecnico esperto dalla Camera di Commercio di Macerata e iscritto al Tribunale come CTU e alla Procura della Repubblica di Macerata come Perito, offrendo consulenza tecnica legale in ambito tessile, abbigliamento, maglieria, calzature, pelletteria, accessori moda, comunicazione pubblicitaria e proprietà industriale, contrastando le contraffazioni. Responsabile della Delegazione di Macerata e Consigliere Nazionale del Collegio dei Periti Italiani, è anche giornalista pubblicista, collaborando con diverse testate ed avendo diretto una rivista di settore a Milano.

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