La scatola che ha fatto discutere tutti
Il Lusso È anche nel Packaging e deve essere perfetto, ma cosa succede quando non lo è? In questo caso reale, scatole in cartoncino consegnate a un cliente hanno iniziato a mostrare spellature e sfaldamenti. A quel punto, la questione non era solo tecnica ma legale: la responsabilità era del fornitore? Del produttore della carta? Oppure della logistica? Nasce così una controversia civile, approdata davanti al Tribunale. Il giudice nomina un CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio) con lo scopo di ricostruire oggettivamente la dinamica del danno e le relative responsabilità.
L’accertamento tecnico del CTU
L’incarico peritale conferito dal Tribunale aveva per oggetto l’accertamento della natura e delle cause dei difetti riscontrati sulle scatole, con particolare riferimento allo sfaldamento e alla spellatura superficiale di alcuni esemplari. In qualità di CTU, ho proceduto a un’analisi approfondita, sia documentale che materiale, considerando l’intera catena produttiva e logistica.
L’attività è stata condotta in coerenza con il metodo peritale classico: sopralluoghi presso i siti produttivi, osservazione diretta delle scatole danneggiate, campionamenti selettivi e simulazioni ambientali. La criticità è risultata evidente durante test comparativi condotti in ambienti a umidità variabile (dal 40% al 98%), nei quali la carta di rivestimento tipo ha mostrato vulnerabilità crescente in condizioni igroscopiche elevate. La spellatura superficiale è risultata favorita da una combinazione tra eccessiva umidità, pressione da impilamento e modalità errate di movimentazione, in particolare il trascinamento orizzontale anziché il sollevamento verticale.
Il comportamento meccanico dei materiali è stato indagato alla luce delle norme UNI EN ISO 2233 e ISO 2471 sulla resistenza all’abrasione e alla compressione, mentre le dinamiche logistiche sono state valutate considerando i flussi documentali e i dati ambientali. Il danno è stato localizzato a specifici lotti e condizioni di trasporto, confermando che non si trattava di un difetto strutturale originario del materiale, bensì di un danno accidentale indotto da manipolazioni improprie.
Il packaging nel lusso calzaturiero: perché conta ogni dettaglio
Nel settore calzaturiero di alta gamma, il packaging rappresenta un’estensione materiale del brand e della sua promessa di qualità. Non si tratta di un semplice contenitore, ma di un dispositivo di narrazione e un touchpoint cruciale con il cliente finale. Studi come quelli pubblicati dall’International Journal of Retail & Distribution Management (2021) e dal Packaging Strategies Report (2022) hanno dimostrato che l’esperienza visiva e tattile del packaging può influenzare fino al 40% della percezione di valore di un prodotto di lusso.
Il packaging per calzature premium è spesso costituito da cartone rigido plastificato, accoppiato con carte pregiate o rivestimenti speciali come goffrature, verniciature UV, laminazioni soft-touch. Ogni elemento concorre alla creazione di un’esperienza sensoriale e visiva integrata, in grado di evocare esclusività e raffinatezza. Qualsiasi imperfezione – dalla spellatura della superficie all’ondulazione dei bordi – può compromettere la percezione di qualità, innescando meccanismi di insoddisfazione e, nei casi più gravi, reclami strutturati da parte dei retailer o dei clienti finali.
Nei contesti distributivi internazionali, dove il packaging può essere manipolato decine di volte tra produzione, magazzino e punto vendita, la durabilità strutturale e l’ermeticità estetica del contenitore diventano imprescindibili. Per questo, sempre più brand di lusso stanno includendo audit tecnici sul packaging tra le fasi di collaudo qualità, affiancando i test su tomaie, suole e cuciture. L’omologazione delle forniture cartotecniche avviene sulla base di standard ISO, prove di caduta, compressione e abrasione (come ISO 2872, ISO 2234), ma anche su parametri di assorbimento igroscopico e resistenza alla luce.
Raccomandazioni operative per aziende e consulenti
L’analisi di questo caso sottolinea l’urgenza di implementare sistemi di controllo qualità lungo tutta la filiera: dalla selezione delle carte alla movimentazione, dal microclima dei magazzini alla formazione degli operatori logistici. Una consulenza tecnica preventiva può aiutare le aziende a evitare errori costosi e malintesi commerciali.
In ambito giudiziario, la perizia richiede competenze interdisciplinari: conoscenza dei materiali, capacità di analisi forense dei processi produttivi, interpretazione delle norme tecniche e sperimentazione controllata. È grazie a questo approccio che la consulenza diventa uno strumento non solo difensivo, ma strategico.
Anche una scatola ha la sua verità
In contesti produttivi complessi, ogni difetto va analizzato con metodo. Non basta dire “è colpa di…”: serve verificare. Ecco perché la consulenza tecnica in ambito giudiziario è sempre più decisiva, anche per controversie che nascono da semplici scatole. Se operi nel packaging, nella produzione conto terzi o nella distribuzione di materiali di consumo, non lasciare che un piccolo difetto si trasformi in un grande problema.
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